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Testi contenenti delle riflessioni riguardanti l'evangelizzazione, pubblicati mensilmente sul giornale della chiesa Evangelica di Via Britannia

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I vicini lontani
A tempo & fuor di tempo, finché c’è tempo
Unseme al giorno
Il test del seme della Parola
Il Sale della terra

di Giulio Credazzi
kredaz@mclink.it

Libro per l'Evangelizzazione
Il Libro che parla al cuore
L'amico silenzioso
The Silent Friend
L'Ami Silencieux
Der Stille Freund
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I VICINI LONTANI

 

Cosa posso fare oggi per la salvezza di quelli che non conoscono Gesù?
In una notte senza luna passeggiavo silenzioso nel prato. Il cane mi seguiva come un’ombra. Nella tranquillità della notte, sotto il cielo stellato, la mia mente spaziava con i pensieri rivolti a Dio. A quell’Iddio potente e grandioso creatore del manto stellato sopra di me.
Alzo lo sguardo verso l’infinito e rifletto sul fatto che questa meraviglia è stata progettata e realizzata come un grande soffitto per il luogo preparato da Dio proprio per me, per noi uomini che viviamo oggi.
Così, in un istante, la mia mente si proietta lontano. Lo sguardo corre lassù verso i luoghi più distanti dell’universo, poi si ferma. Abbasso gli occhi ed il mio sguardo sbatte contro i palazzi con le luci delle stanze accese. Comincio a riflettere ed a chiedermi quante delle persone che sono lì si salveranno?
Quante di loro oggi hanno la salvezza di Cristo? Quante conoscono il messaggio del Vangelo?
Ancora la mente va oltre i palazzi, rapidamente immagina da una parte i monti e dall’altra il mare, da una parte l’Abruzzo, i Balcani, la Russia, il Giappone, dall’altra parte la Sardegna, la Spagna, l’Africa.
Quanti milioni di persone che muoiono senza aver conosciuto la salvezza di Cristo, l’Iddio vivente.
Ed allora io, piccolo e misero uomo, con il cuore pieno di amarezza e tristezza ripiena d’angoscia per la consapevolezza del destino di così tanti uomini, donne e bambini nel mondo, mi domando cosa posso mai fare per cambiare questa situazione?
Cosa posso fare oggi per la salvezza di quelli che non conoscono Gesù?
Posso io fare qualcosa per intervenire a livello mondiale? Io, uomo insignificante, senza alcun potere, senza alcuna autorità, cosa posso mai fare?
Pregare!
Ecco la risposta!
Alzo al cielo, col cuore gonfio, una preghiera all’Iddio onnipotente, al Grande Salvatore, una preghiera semplice, ma efficace e costante: “Padre nostro, non guardare al peccato dell’uomo, alla sua ribellione, al suo odio verso di te e noi tuoi figlioli. Considera la loro eternità all’inferno, le loro sofferenze eterne. Abbi pietà e misericordia di questa massa infinita di uomini senza di te e apri, per ogni singola persona, la strada della salvezza. E quanto a me, per quanto posso fare io nel mio piccolo, usami per raggiungere più persone possibile, prima che sia troppo tardi.”
Oggi noi membri della grande Chiesa del Signore siamo chiamati ad amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e le nostre forze, e quest’amore si manifesta attraverso l’amore per il prossimo.
Preghiamo dunque per la salvezza del nostro prossimo condannato per tutta l’eternità. Se potessimo vedere con gli occhi fino in fondo la sofferenza eterna, strapperemmo a forza quante più persone possibile dalla perdizione.
Preghiamo, preghiamo e preghiamo ancora, senza stancarci, per i non credenti che ci circondano. Facciamolo oggi, domani sarà troppo tardi.

A tempo & fuor di tempo, finché c’è tempo

 

È una grande ricchezza per il credente avere la certezza della vita eterna. La mia mente si sofferma su questa grandiosa realtà  che spetta di diritto a chi è  nato di nuovo in Cristo.
Allora immagino di camminare nei luoghi che il Signore Gesù ci ha preparato, giardini meravigliosi con una luce perfetta e splendente, dove tutto è pace e la comunione fraterna è totale e completa.
Passeggio fra siepi potate in modo esemplare con vialetti puliti e ben curati, e così in quest’epoca del governo di Dio che non avrà mai fine ripenso al tempo della vecchia vita, del periodo della grazia, nel lontanissimo Dicembre 1998, di quel periodo durante il quale gli uomini, le donne ed i bambini potevano invocare il nome di Gesù per essere
salvati.
Se solo qualcuno avesse loro annunciato in modo semplice e chiaro il Vangelo della salvezza di Cristo.
Ma in quell’epoca ognuno di quelli che poteva annunciare Cristo era oberato d’impegni e la mente troppo occupata nei problemi di allora, non c’era la possibilità materiale di dedicarsi alla conversazione ed
all’evangelizzazione del prossimo.
Quanta fretta, quanta superficialità nel contattare gli altri, quanta prontezza a lasciarli nella loro condanna, quanta facilità nel
condannarli.
E adesso molti di quelli che ben conoscevo in quell’ormai remoto 1998, non sono qui, sono nello stagno di fuoco. Certo stanno lì a causa delle loro scelte, della loro volontà, ma io quanto ho combattuto per loro? Io che vedevo bene il pericolo della condanna eterna, quanto ho lottato con la mia preghiera?
Adesso mi rendo conto di quanto sarebbe stato importante! Portare il Vangelo ad un non credente è come pulire la moto dopo anni di incrostazioni. Ci vuole tecnica; all’inizio non si capisce neanche cosa sia sporco e cosa verniciato. Prima bisogna bagnare la moto, poi insaponare, lasciarla a mollo, poi sciacquarla. Dopo un po’ va ripetuta l’operazione e talvolta va usata la spatola e la carta abrasiva. Un detergente speciale, che sciolga il grasso essiccato, va lasciato
lavorare in silenzio senza intervenire per qualche tempo.
Così è l’evangelizzazione, un seme qui, uno lì, poi un accenno, una conversazione, senza fretta ma con costanza, usando il detergente speciale della preghiera, cercando di trasmettere la conoscenza del
piano di Dio.
Nella vita le cose che hanno più valore sono quelle che questo valore lo mantengono immutato nel tempo. La vita dell’uomo è eterna, ha perciò più valore di ogni altra cosa, va aldilà del tempo e delle epoche e molti la spenderanno nello stagno di fuoco. Quanto dei nostri soldi, del nostro tempo, dei nostri pensieri, delle nostre risorse, dedichiamo al tempo dell’eternità, quanto stiamo investendo per il tesoro che non perisce?
Fermiamo la nostra mente, riflettiamo sul concetto di “Stagno di Fuoco”.
Proviamo ad immaginare di vedere il nostro amico, il nostro vicino, il nostro parente non credente, immerso in questo stagno, per sempre. È difficile immaginarlo, eppure è così. Eppure Cristo è morto anche per loro.
Invochiamo l’intervento del nostro Dio per la salvezza di quanti conosciamo i quali corrono allegramente verso lo stagno di fuoco, senza stancarci. Molto può la preghiera del giusto se fatta con convinzione.

UN SEME AL GIORNO


Sovente penso come, per i figli di Dio, questa terra sia veramente un campo di battaglia. Ci troviamo a lottare contro forze che per noi, senza Dio dalla nostra parte, sarebbero insormontabili.
Provo a riflettere, per esempio, sui mezzi di comunicazione di cui disponiamo noi credenti in confronto a quelli che blaterano in TV di oroscopi, di reincarnazione, oppure di un Dio tanto buono che non manderebbe nessuno all'inferno.
Così mi accorgo di non avere in me alcuna forza, di non avere strumenti adeguati per convertire il mondo.
Il nemico usa in modo molto efficace la televisione, la radio, i quotidiani, le riviste, i fumetti e la musica per inculcare ai giovani e vecchi tutte quelle convinzioni che costituiscono un muro davanti al messaggio del Vangelo.
Senza dubbio, chi evangelizza in quest’epoca vedrà più sconfitte che vittorie, perché l’ingrediente che Dio usa per convertire le persone è il tempo. Per questo motivo la società, spinta da Satana, si precipita per sottrarre tempo all’uomo. Il fenomeno dell’intrattenimento è costantemente in espansione, proprio per indurre l’uomo a pensare meno. Satana vuole narcotizzare la mente umana così che l’uomo nasca, viva e muoia senza mai riflettere e vada dritto all’inferno. Perciò molte delle nostre vittorie col Vangelo le gusteremo in cielo.
È evidente che non dobbiamo mai, e poi mai, arrenderci. La nostra sconfitta è solo apparente, ma la resa ci rende perdenti in dato di fatto.
La realtà che ci circonda è molto ostile, amara, carica d’ingiustizia, d’orrori, di sfruttamenti e abusi. Ma c’è da dire che più guarderemo il mondo con gli occhi di Dio più ci renderemo conto della disperazione e del vuoto nella quale versa l’umanità.
Senza vita eterna gli uomini devono amministrare questo grappoletto di mesi della loro vita che sembrano tanti (un migliaio circa e niente più), ma passano velocemente. Così c’è la corsa a fare tutto e subito, a cercare esperienze nuove e diverse, tanto non c’è niente da perdere: la vita è tutta qui!
E per fare questo c’è bisogno di soldi, tanti e presto, perché il grappoletto è limitato; più passano i mesi e più l’uomo si rimbambisce.
Quale sarà il risultato finale di questa vita? Qual è la cosa più importante che ci porteremo dietro?
Da parte mia voglio avere la certezza di aver avvisato tutte le persone che mi circondano, e che posso raggiungere, del pericolo che stanno correndo, e di metterle al corrente della salvezza di Gesù che è disponibile ora.
Oggi ho seminato un granello. Se questo darà un frutto, a sua volta ne seminerà altri. Se, alla fine del mio grappoletto di trentamila giorni, avrò seminato trentamila granelli che avranno dato trentamila frutti - che a loro volta avranno seminato trentamila semi - , se tutti questi semi daranno un frutto, quante piante vedrà in cielo? Trentamila al quadrato! Cioè novecento milioni di piante!
Sulla terra oggi siamo più di cinque miliardi. Se, in sette fratelli e sorelle, ci mettiamo a seminare un seme al giorno per tutta la vita, e se questi semi danno il loro frutto, nell’arco della nostra vita avremo evangelizzato tutta l’umanità.
Cerchiamo, allora, gli altri sei e facciamoci avanti in quest’immensa messe. Ogni spiga verrà fuori da un seme. Noi abbiamo il compito di seminare, il Signore farà crescere a tempo debito.
Per oggi un seme, un seme al giorno, il seme della parola di Dio.
Nessuna sconfitta per chi non s’arrende!


IL TEST DEL SEME DELLA PAROLA


Ogni pianta che germoglia esiste perché un seme è stato seminato, sia questo stato fatto dall’uomo o dal vento. Comunque non c’è pianta senza seme, così come non c’è credente senza testimonianza, attraverso la Parola di Dio, la Bibbia, ed il messaggio da parte di un altro credente, cioè di una persona, viva, che ha già creduto nella salvezza di Cristo ed oggi ha la vita eterna.
Proviamo a fare il test del seme della parola!
Facciamo conto di essere già in cielo, domandiamoci: “Quante delle persone che sono qui oggi presenti in cielo sono il frutto di un seme gettato da me? Ovvero, per quanto è dipeso da me durante il tempo della grazia che ho vissuto sulla terra, quante persone sono giunte alla conoscenza della verità?
La mia condotta di vita, le mie azioni, i miei pensieri, le mie preghiere, il mio lavoro, il mio tempo speso sulla terra, quanto ha influito sugli altri affinché fossero al corrente della salvezza di Gesù Cristo e potesse avere l’opportunità di scampare alla condanna eterna?
Se io non fossi mai esistito o esistita, ci sarebbero stati meno fratelli in cielo?”
C’è da dire che se grazie alla propria testimonianza anche una sola persona ha ricevuto la grazia e la salvezza di Dio in Gesù Cristo, possiamo affermare che la nostra permanenza sulla terra non è stata vana. Ma certo non dobbiamo accontentarci se grazie a noi una persona si è salvata per la misericordia di Dio, anzi, ogni giorno va vissuto valutando quanto il nostro passaggio sulla terra influisca spiritualmente sull’esistenza degli altri. Quanto lavoro facciamo per il vero obiettivo dell’uomo: la vita eterna.
Questo a parer mio significa farsi dei tesori in cielo, piuttosto che in terra dove i ladri rubano ed i beni materiali si deperiscono e si arrugginiscono.
Bisogna allenare la mente a riflettere sul reale contesto nel quale noi credenti siamo inseriti: quello della vita eterna. Una vita che ha avuto un inizio ma che non avrà mai fine, nella quale ogni cosa che facciamo, ogni decisione, ogni scelta, ha una conseguenza in questo tempo ed in quello futuro, eterno, alla presenza di Dio.
Non è naturale, né facile, ma come ci si abitua a lavarsi i denti prima di andare a letto, così ogni giorno bisogna meditare su questa realtà, fare in modo che lo Spirito di Dio modelli la mente sulla condizione reale e cambi la forma mentale acquisita in un mondo senza Dio, pieno di cose inutili e false.
Ricordiamoci di fare il test del seme della Parola, abituiamoci a pregare per i fratelli che conosciamo e per quelli che non conosciamo, ovunque nel mondo, specialmente per i fratelli che vivono in quei paesi dove i governi impediscono l’evangelizzazione.
Alziamo ogni giorno lo sguardo al cielo, riflettendo sul fatto che quell’infinito della distesa celeste ci appartiene, il nostro cuore è identico al cielo sopra di noi. E fatto dello stesso elemento primario che fa parte della natura di Dio: l’eternità!

ILSALE DELLA TERRA


Noi siamo il sale della terra, senza di noi la terra, dal punto di vista spirituale, è insipida. È il Signore Gesù, l’Iddio vivente, il Creatore dell’universo, a chiamare noi, che abbiamo creduto nella sua salvezza, il sale di questa terra. Siamo il sale della nostra famiglia, del posto di lavoro, della nostra scuola, del nostro palazzo, del nostro quartiere, della nostra città, del nostro stato di appartenenza. Quale grande funzione e responsabilità ci ha affidato l’Iddio vivente! Noi, piccoli uomini e donne, giovani e anziani, con le nostre debolezze, fallimenti, insicurezze, ma aventi lo Spirito di Dio abitante in noi, siamo quelli che debbono dare il vero sapore spirituale di Dio alla terra. A cominciare dalle persone che vediamo appena svegli.
Ma come salare questa terra insipida, e come evitare di diventare noi stessi insipidi a nostra volta? Come si fa a trasformare il terreno, di per se morto, composto di materiale inerte, spento, inorganico, in una pianta vivente?
Cosa possiamo fare affinché i minerali del terreno diano luogo alla vita di un albero?
Basta gettare un seme ed annaffiare!
Gettare il seme della Parola di Dio ed annaffiare con la preghiera. Cominciamo, però, col cambiare il modo in cui consideriamo la nostra esistenza e impariamo dalla visione eterna della vita che Gesù aveva quando fu tentato da Satana.
Questi gli propose il dominio su tutti i regni della terra, purchè si sottoponesse a lui.Ma Gesù, perfetto uomo e perfetto Dio, aveva chiara l’ottica del suo piano eterno. Che senso aveva, in ogni modo, offrire il dominio dei regni della terra a Colui che sostiene l’universo “con la parola della sua potenza”?
Come il Signore Gesù nella tentazione aveva chiara la grandezza del piano di Dio, così anche noi suoi figlioli, se comprendiamo questa visione nell’epoca della grazia nella quale viviamo, potremo distaccarci dalla mentalità della società e dai lacci delle ansie di questo mondo. Avremo più libertà e franchezza di essere il sale della terra, per la potenza dello Spirito di Dio che abita in noi, per la salvezza di molti.i

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